(because something is happening and you don't know what it is)

 

NARCISO

di bruno ballardini



Era così abile che riusciva a baciarsi da solo la guancia destra e certe volte, quando proprio era in vena, anche a darsi dei bacini sulla nuca. Se poi aveva bisogno di fare un po’ di pettegolezzi, bastava sussurrarli all’orecchio. Da anni cercava di guardarsi in faccia senza l’aiuto di uno specchio, perché non ne possedeva uno. E questo, per un narcisista come lui, doveva essere uno sforzo disperato. Ogni mattina provava a guardare più avanti possibile e poi si girava bruscamente per vedere chi c’era ma non trovava nessuno. Ma era praticamente da sempre che cercava di incontrarsi per conoscersi e non ci riusciva. Aveva tentato più volte di telefonarsi, ma il suo numero risultava sempre occupato. Come avrebbe potuto dichiararsi l’amore appassionato che provava per se stesso da quando si era dato quel primo indimenticabile bacio sull’uccello? La sera tornava di fretta dal lavoro per abbracciarsi e rotolarsi finalmente sul letto nei giochi più perversi che soltanto lui poteva concedersi con la sua complicità. Come ad esempio legarsi alla spalliera e poi succhiarsi gli alluci. Oppure incularsi girandosi di scatto. Oppure ancora rincorrersi per la camera da letto senza mai raggiungersi e infine crollare esausto e baciarsi l’ano con la lingua. Quest’ultimo gioco era particolarmente faticoso (soprattutto dopo aver corso per una buona mezz’ora) ma in compenso riusciva a darsi dei baci da film. Quelli tra Maria Schneider e quella faccia di culo di Marlon Brando non erano niente in confronto. Una sera volle penetrare con la lingua più a fondo possibile. Ad ogni ingresso un brivido sempre più intenso correva per la schiena. Ad ogni tentativo, il corpo si tendeva come un arco e l’ano boccheggiava per l’eccitazione. Si spinse ancora più avanti. Di più e di più. Finché d’un tratto scomparve nel buco del culo. Di lui non si ebbero più notizie.

 

 

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