(because something is happening and you don't know what it is)

 

I DIRITTI LAZY

di ascanio scrim



Per praticare la pigrizia bisogna essere pronti ad affrontare sforzi durissimi. E questo si badi, non perché per il pigro qualunque attività è portatrice di fatica. La pigrizia più sincera, quella che solo pochi raffinati intenditori sono davvero in grado di permettersi, richiede uno sforzo continuo, un lavoro millimetrico ed estenuante, una abnegazione stakanovista. Mi spiego. Per anni nella casa in cui abitavo prima, lo sciacquone del bagno è stato rotto. Sarebbe bastato cambiare il galleggiante, azione di semplice faidaté domestico ma che un pigro non può, per sua natura, nemmeno immaginare di voler affrontare: per questa ragione ogni volta che sono andato in bagno dal 1991 al 1997 ho dovuto stabilire difficili calcoli (che ho poi padroneggiato col tempo) di riempimento sciacquone, onde iniziare tali operazioni con adeguato anticipo rispetto alle funzioni fisiologiche vere e proprie, disinnecare il rivoluzionario gioco di leve all?uopo creato, sollevare il coperchio della cassetta dello sciacquone, sfilare la penna, il pettine, o la bacchetta da ristorante cinese che di volta in volta veniva infilata, in un punto ben preciso individuato con la pratica quasi zen di questa operazione, come azionatore della diga da me creata con mezzi di fortuna, e finalmente dedicarmi all?attività evacuatoria in sé. Che fra l?altro, sia detto per inciso, già allora praticavo con notevole frequenza quotidianamente. Ancora. Se voglio continuare, per la pigrizia di non voler affrontare un lavoretto casalingo di poco conto, a non avere la maniglia della finiestra del soggiorno di quella che mi ostino a definire ?la mia casa nuova? (lo faccio, ormai è chiaro, solo per giustificarmi: ci vivo dal novantasette), ogni volta che voglio affacciarmi alla finestra devo azionare un complicatissimo gioco di leve, spostamenti di perni e staffe di acciaio che nelle finestre normali sono invisibili e alla cui scarsa praticità, nelle case normali, sopperisce appunto la maniglia. Maniglia che oltretutto posseggo: l?ho comprata nel 1997, prima ancora di venirci ad abitare, nella mia casa nuova. È lì in bella vista sul ripiano del camino. Che non ho mai acceso. Svegliarsi un po? più tardi del necessario, per pigrizia, richiede preparativi defatiganti. Mettere la sveglia un?ora prima, per potersi svegliare felici di avere un?altra ora da dormire. Essersi però abituati, con un lavoro certosino di anni, ad avere la sveglia che va già di suo una trentina di minuti avanti almeno (si badi, non semplicemente, così, in un colpo solo, spostando l?ora dalle sei e mezza alle sette: ma un minuto alla volta, dandosi il tempo di abituarsi a quel minuto in più senza farci più caso e passare quindi ad affrontare il minuto successivo: così per mesi, per anni, fino a quando non avrete guadagnato mezz?ora, un?ora di vita che vi tornerà utile in vecchiaia, o in una fila all?imbarco per la Sardegna la prossima estate). E poi finalmente godersi quell?ora di sonno in più: sia ben chiaro però che non si dovrà spostare la sveglia diun?ora, ma azionare sette volte lo snooze, per esempio alle 7:00, 7:09, 7:18, 7:27, 7:36, 7:45, 7:54, per poi alzarsi alle 8:03. (Sono, è chiaro, orari puramente indicativi, perché queste ore antelucane sono del tutto ignote al pigro professionista). Potrei continuare a scrivere altri esempi, ma... (sì, indovinato).

 

 

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