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Non vorrei sembrare misogino, sessista, superficiale, indelicato, gratuito e sostanzialmente stronzo, ma sono convinto che il problema chiave nella vita di Sabine Herold (la nuova super-eroina di Rocca, citata anche da Wittgenstein relativamente a questo articolo del Riformista, oltre che da tre quarti della blogosfera più sensibile al dibattito su neocon e altri fenomeni da circotogni), sia lo stesso che affligeva un tempo un personaggio nostrano del calibro di Sonia Cassiani, quando professava i valori irrinunciabili della verginità.
Sull'ultimo numero di Sette, il settimanale del Corriere della Sera, c'è un articolo interessante sul rischio di una deflazione nel mercato nipponico. In soldoni, il problema è che è in corso un crollo dei prezzi, e che i consumatori, anzichè comprare, aspettano l'immancabile discesa del costo di qualsiasi prodotto. Il problema è reale, a ben vedere. La crisi dello Yen ha portato ad un abbattimento dei prezzi al consumo facilmente riscontrabile anche sugli e-shop giapponesi. Ad esempio, questo vibratore di Hello Kitty (realizzato su licenza Sanrio) viene venduto a soli 24 dollari. Sono indeciso se ordinarlo subito o aspettare che il prezzo scenda ulteriormente.
Finalmente in rete il catalogo completo dell'ACME: centinaia di oggetti introvabili, indispensabili, inevitabili e sostanzialmente assurdi, catalogati con cura certosina dai Looney Tunes. C'è di tutto: dal cemento a presa ultrarapida al disintegratore molecolare, passando ovviamente per il cibo per uccelli e per la nitroglicerina. Purtroppo non si accettano carte di credito, e le spedizioni le fanno solo a Cartoonia.
Salvetevi, finchè siete in tempo. Non fate quello che ho fatto io. Giuro, non ne vale la pena. Non è il caso, non è giusto, non è bello. Si, capisco che alla lunga quei depositi organici che scuriscono il candore dei tasti possano anche fare un po' schifo. Ma che non vi passi nenache per l'anticamera del cervello di mettervi a smontare la tastiera per pulirla. Dentro a quell'oggetto, sotto i tasti, tra le fessure e le molle, c'è la prova del continuo disfacimento del vostro corpo: cenere, polvere, forfora, frammenti di epidermide, capelli, unghie e tonnellate di altre schifezze, accumulate in anni di clicckete clickkete. Ma questo è il meno: una passata di aspirapolvere, una sgrullatina e una mezza litrata di disinfettante e il problema si risolve. Il peggio deve ancora arrivare. Sto parlando del momento in cui vi renderete conto che sotto ognuno di quei tastini c'è un gommino. E che per rimontare la tastiera, dovrete riposizionare esattamente ciascun gommino nella sua sede. Centocinque tasti, centocinque gommini. Peggio di un puzzle di Escher. No, non ne vale la pena. Una tastiera costa quindici euro. Quando è sporca, via: buttare, eliminare, sostituire. Non pulire la tua tastiera, compratene un'altra. Anche così si aiuta l'economia del paese.
Di missive ai capi di stato se ne spediscono parecchie, in questi giorni. C'è quella di EmmeBi, relativa all'appello lanciato dai bloggers per la concessione della grazia a Sofri. E ad un'altro presidente, straordinariamente simile a quello del nostro consiglio dei ministri (almeno sul fronte del Q.I.), è indirizzata questa lettera. A scriverla è un rompicoglioni di professione, un'uomo che crede ancora in valori come morale ed etica, roba che dalle nostre parti non usiamo neanche per incartare il pesce al mercato. Si chiama Michael Moore, e per chi non lo conoscesse si raccomanda la visione immediata di questo film o la lettura di questo libro. Di lettere al signor George W. Bush, Moore ne ha scritte parecchie, ultimamente. Sino ad ora, senza ottenere risposte.
Ecco una cosa che non troverete in questa splendida collezione di memorabilia dedicata aglli anni '70: una simpaticissima brochure della chiesa del reverendo Hubbard. Concepita come un fotoromanzo in stile GrandHotel, illustra al futuro adepto tutti gli imperdibili vantaggi della dianetica (dalla fantascientifica capacità di lenire il dolore di una bella ragazza che si è chiusa la mano nella portiera dell'auto alla possibilità di arricchire la propria chiesa e raccattare adepti attraverso performance teatrali d'avanguardia). Esilarante.
Bella maglietta per gli americani in vacanza nel resto del mondo. Tra le cinque lingue utilizzate, ovviamente, manca l'italiano. Non che ce ne sia bisogno, in fondo: anche noi avremmo più di una buona ragione per chiedere scusa al resto del pianeta, visto il premier che ci ritroviamo.
La vendono qui. E sino ad oggi, l'hanno comprata circa 350 persone. A confronto, la t-shirt confusa è l'ultimo grido della moda.
Secondo questo articolo del Washington Post, che cita fonti ufficiali americane e irachene, sono almeno 6000 i pezzi che mancano all'appello al Museo Nazionale Archeologico di Baghdad. Alla faccia di Christian Rocca che continua nel suo tormentone, sostenendo che il bottino della razzia sia limitato a 33 pezzi.
Ho fatto un sogno.
Lo spot, effettivamente, colpisce: in una città dove tutti hanno la stessa identica faccia, il solito giovinastro ribelle contravviene alle leggi mettendosi mette a ballare con la complicità di uno stereo camuffato da cagnolino. Ironica e vagamente orwelliana, la pubblicità degli xelibri sembra quasi un teaser, una reclame civetta che promuove qualcosa che, con le immagini, alla fine c'entra poco e niente (come certi spot Diesel, tanto per capirci). E in effetti, andando sul sito, si scopre che questi simpatici oggettini rientrano nella categoria dei "personal communication devices". Che in soldoni, vuol dire che sono, a tutti gli effetti, dei banalissimi telefoni GSM. Anche se a capirlo ci vuole un po'.
Il focus della comunicazione è tutto incentrato sul design, sul concetto di fashion phone, tanto che le funzioni strettamente pratiche (tipo: fare una telefonata) passano tutte in secondo piano. Con un pizzico di ironia, si parla invece delle moderne tecnologie incorporate come la "conversazione a mezz'aria" o "l'amplificatore di virilità". L'idea del produttore (si tratta di Siemens, per la cronaca), è quella di una linea di telefoni realizzati con la filosofia degli Swatch: due collezioni all'anno, con il proposito di convincere gli acquirenti a comprarsene due, tre modelli da alternare al colore della cravatta o delle scarpe. Preoccupante la lettura delle pagine del sito. Il tono, tanto per capire, è più o meno questo:
Immaginate la scena: nel reparto arredamento di Macy's, a New York, circa duecento persone si materializzano all'improvviso di fronte ad un incredulo commesso, al quale dicono di voler comprare un tappeto. Danno un'occhiata alla merce, decidono che non è di loro gusto, e in dieci minuti secchi spariscono dalla circolazione, disperdendosi tra i reparti del grande magazzino.
E' una variazione sul tema delle aggregazioni estemporanee, dei rave party organizzati sul passaparola, un qualcosa che assomiglia - in parte - al fenomeno dei nostri girotondi. Ma la novità è che il raduno è assolutamente privo di senso. A Manhattan pare che sia una specie di moda, lanciata attraverso la rete ovviamente. Le informazioni per partecipare si trovano su vari blog, mentre le istruzioni e l'appuntamento arrivano per posta elettronica. Ma il fenomeno dei "flash mob", le aggregazioni improvvise, ha ulteriori variazioni. In Giappone, ad esempio, una folla di persone vestite come l'agente Smith si è data appuntamento nelle strade di Osaka, dove è stato inscenato il combattimento tra Neo e i cloni dell'agente di Matrix (qui le foto dell'evento, qui il video in mpeg4).
PS: ne parla anche Wired News qui.
Dio è morto, Marx è morto, Alessia è un uomo e anch'io non mi sento molto bene.
Per preparare un ottimo gelato in trenta secondi netti, basta un barile di azoto liquido. Oltre ai soliti ingredienti (uova, latte, zucchero eccetera), ovviamente. Le istruzioni, pubblicate qui, sono elementari: si impasta il materiale biologico, lo si ricopre con un paio di litrozzi di azoto liquido (temperatura: -196°) e si mescola. Nel giro di mezzo minuto, il gelato è servito. Con un vantaggio non indifferente: il processo di cristallizazione è talmente rapido da impedire la formazione dei classici pezzetti di ghiaccio che infestano i gelati tradizionali. Il risultato è un gelato estremamente cremoso, decisamente più piacevole al palato. Naturalmente l'azoto liquido può essere facilmente utilizzato per altri scopi, diversi da quello alimentare. Ad esempio, se avete bisogno di simulare un'erezione, potete immergerci il bigolo subito prima dell'amplesso. Una volta estratto dalla sostanza, sarà rigido come una stalattite (si consiglia di evitare gli urti: potrebbe rompersi con estrema facilità).
Prendete una regione remota, un paese alle pendici dell'Himalaya: un luogo lontano che per millenni ha conservato la propria cultura, intatta e indenne dalle influenze della globalizzazione. E' il Bhutan, l'ultimo paese al mondo privo di tv. Almeno fino a quattro anni or sono. Date a questo popolo saggio e antico una quarantina di canali, distribuiti via cavo e via satellite. Mescolate piano e lasciate decantare. Il risultato, come spiega questo lungo articolo del Guardian, è un incremento esponenziale di frodi, abusi di droghe e omicidi. Benvenuti nel XXI secolo, amici del Bhutan. E non state a lamentarvi: almeno sul vostro piccolo schermo non ci sono gigimarzulli o maurizicostanzi. Altrimenti vi si impennava anche l'indice dei suicidi.
A parte il fatto che il signor Art Fry, inventore dei celebri fogliettini gialli (sì, quelli che puntualmente vi ritrovate appiccicati sotto le scarpe, dopo ore che li stavate cercando fra le cartacce del tavolo), dovrebbe essere ormai uno degli uomini più ricchi del pianeta, in questa gallery si propone un utilizzo più originale dei post-it. A quando una mostra al MOMA?
Coraggioso tentativo per rianimare le belle statuine al museo più inutile del pianeta, quello delle cere di Madame Tussauds: secondo questa notizia di SkyNews, la copia di Britney Spear (valore stimato in 52.000 sterline)(il valore è quello della copia, ovviamente; la vera britney ve la potete portare a casa per molto meno) sarà dotata di un seno gonfiabile, in grado di ingrandirsi e ridursi per simulare con maggior realismo la respirazione affannosa della popstar. La stessa Sky News ci informa che anche la statua di Brad Pitt verrà arricchita da una geniale trovata: le natiche della replica dell'attore potranno essere strizzate dai visitatori.
Quest'uomo è al comando dell'esercito più potente del mondo. Quest'uomo può scatenare una guerra senza neanche la necessità di una ragione plausibile. Quest'uomo ha sempre con se una valigetta con cui può controllare il più grande arsenale nucleare del pianeta. Quest'uomo non è neanche in grado di salire su un segway senza ruzzolare rovinosamente al suolo.
Il conduttore dello show televisivo più trash della tv americana, Jerry Springer, sta valutando la sua evenutale candidatura alle elezioni del 2004. In realtà, Springer ha già deciso: il beneficio del dubbio sulla sua partecipazione alla tornata elettorale fa parte di una strategia che conosciamo bene dalle nostre parti (ricordate un certo editore televisivo che fingeva di essere incerto se scendere o meno in campo?). Springer non è nemmeno nuovo alla politica: immigrato negli States dal Regno Unito, è stato sindaco di Cincinnati, prima di sbarcare nel rutilante mondo della tv con il suo "Jerry Springer Show". Lo spettacolo, trasmesso in passato anche in Italia da RaiSat Show, è un talk show che riassume in 30 minuti settimanali tutto il peggio della società americana: perversioni, tradimenti, incesti, violenza e volgarità gratuita sono all'ordine del giorno (e questi sono solo gli elementi più leggeri). Per capire la portata dell'evento, provo con un paragone: è un po' come se Alda D'Eusanio si volesse candidare con l'Ulivo (Springer è un democratico), per cercare di raccogliere i voti della parte più bassa e ignorante dell'elettorato. Su Springer, in rete, c'è una letteratura sconfinata. In occasione della sua presunta candidatura, sono usciti parecchi articoli (qui e qui per esempio). Recentemente il suo show è stato 'fonte d'ispirazione' per il singolo (e relativo video) di Peter Gabriel, The Barry Williams Show.
Sorpresa: tra qualche giorno i titoli del vostro portafoglio varranno, nella migliore delle ipotesi, come quelli di Vitaminic. E' la niùeconomy, bellezza, e non c'è nulla che tu possa farci. A far sbollire il mercato più gonfio e fasullo del mondo, sono i nuovi parametri che, da questo pomeriggio (con appena un paio d'ore di preavviso), Blogshares ha introdotto nella valutazione del valore di ciascun blog. In sostanza la B-SEC, ovvero la commissione di controllo della borsa virtuale dei blog, ha dato un'occhiatina ai meccanismi del mercato, e si è accorta di quello che molti già sapevano. Ovvero che per far salire alle stelle un titolo, bastava comprarne piccole quantità ogni giorno, a più riprese. Creando casi paradossali come quelli delle azioni di Princess Proserpina, passate in meno di 48 ore da 20 centesimi a 80 dollari (e successivamente, grazie ad una sapiente manovra di splitting, moltiplicate di dieci volte). Per i grandi speculatori, autentici squali della rete (come questo e questo, tanto per fare un paio di esempi), si prevedono tempi duri.
Quei simpaticoni della RIAA si sono inventati un altro scherzetto. Hanno preso uno studentello di 19 anni, colpevole a loro dire di aver realizzato un sistema di ricerca e condivisione dei file sul network del suo campus, e gli hanno fatto causa. Lo studente, Andy Jordan, si è visto costretto ad accettare un accordo extragiudiziale e a pagare la modica cifra di 12.000 dollari, pur di evitare di vedersi coinvolto in un maxiprocesso intentatogli dalla lobby dei discografici americani.
Va bene, lo sappiamo "Siamo più di 10.000 in splinder". Adesso però smettetela di fare gli splendidi, e mettete a posto 'sto c@%%o di database, che sennò non posso leggere x$onalitàcontusa & co. E vedete di non far più apparire 'ste cose
Christian Rocca su Camillo (no permalinks) ironizza (credo) sulla mancanza della possibilità di inserire commenti sul suo blog: "Andrew Sullivan chiede ancora soldi. Ha 4 mila utenti sottoscrittori (uno sono io) ma vuole essere pagato per mantenere alta la qualità e la frequenza dei suoi commenti (io gli darò altri soldi) [...] I paganti ricevono già in anteprima gli articoli che scrive per i giornali cartacei, e d'ora in poi potranno commentare i suoi post (solo i sottoscrittori). Per cui Camillo fa una proposta: se mi pagate, vi faccio commentare anch'io."
Controproposta: se facciamo un giro di cappello per dargli qualche spiccio, sarebbe disposto ad astenersi dai suoi commenti?
Quasi il 90% dei maschi inizia a masturbarsi tra i 10 e i 15 anni. Lo si evince da questo grafico, pubblicato nella image bank della McGraw-Hill dedicato alla "Human Sexuality". Tra le immagini più interessanti, c'è questo spaccato del pene, da cui si capisce chiaramente a cosa si siano ispirati i progettisti della NASA per disegnare lo Shuttle.
"Non potrei mai essere una donna. Passerei tutta la giornata a casa a toccarmi le tette"
La signorina ritratta in questa foto (si sconsiglia la visione dell'immagine ai deboli di cuore) risponde al nome di Danni Ashe ed afferma orgogliosamente di essere la donna più downlodata della rete. Dallo scorso Marzo, Danni offre agli avventori del suo sito, Danni's Hard Drive, la possibilità di acquistare questa eccezionale replica del suo - ehm - busto, a dimensioni naturali.
Il comunicato con cui ha annunciato l'inizio della vendita di questo imperdibile gadget spiega nel dettaglio che l'oggetto "anatomicamente accuratissimo, è realizzato in un materiale sintetico high-tech, comunemente utilizzato nella chirurghia plastica; il calco è stato ottenuto grazie ad un'apparecchiatura della NASA. Dipinto a mano, l'eccezionale realismo di questo oggetto, il cui peso è il doppio delle pagine gialle di Los Angeles, ha suscitato un enorme interesse tra i fans e il pubblico".
Per la modica cifra di 87.99$ (con DVD in omaggio), direi che è un affare imperdibile.
L'ultimo post di Brontolo, secondo quanto riportato da Blognews, risale alle 13.10 di oggi. Il testo era questo:
Sono coinvolto in un concorso in omicidio.
Spero di vincerlo.
Alle 16.17 un tale jackarnold ha occupato lo spazio del nano più apprezzato della blogosfera italiota, dei cui post precedenti - orrore - non rimane apparentemente traccia. Qualcuno parla di suicidio, io propendo per l'omicidio.
Se c'era bisogno di una valida ragione per scioperare, credo di averla trovata.
C'è questa idea dello sciopero dei bloggers, lanciata da Blogomatic Café e Personalità Confusa, che si sta diffondendo rapidmente. Non sono sicuro di essere d'accordo, sulla questione. Approfondirò la cosa nei prossimi giorni (ma non sarebbe il caso di fare un'assemblea per decidere queste cose?), riservandomi la possibilità di adottare strumenti di lotta alternativi. Ad esempio, se anzichè scioperare presento un certificato medico come gli stewart dell'alitaglia, va bene lo stesso?
Piccola integrazione al post sui vecchietti terribili.
Ieri notte, appena finito il concerto dei Deep Purple, questo simpatico signore con la barba alla ZZTop (noto a tutti i rockettari per essere lo storico critico musicale del Messaggero) ha dettato al telefono la sua recensione dell'evento, pubblicata sul quotidiano romano di stamane. Paolo Zaccagnini, per chi non lo conoscesse, è un personaggio veramente unico: giornalista musicale 'militante', preparatissimo, onesto e verace, si è anche cimentato in un paio di memorabili prove d'attore (con Nanni Moretti in Io sono un'autarchico e Ecce Bombo). E' uno che scrive col cuore, dimenticandosi talvolta, nella foga di 'chiudere' il pezzo al volo, qualche regoletta grammaticale. La sua recensione del concerto di ieri rimarrà negli annali del giornalismo italiano per questa frase (da leggere tutta d'un fiato):
Da Highway star , il brano iniziale, in poi è stata una cavalvata sempre più possente e trascinante tra passato, molto, e presente, con Morse, ex Kansas e Dixie Dregs, e Ayrey - già nei Coliseum II e nei Whitesnake, a un certo punto ha mandato in delirio il pubblico eseguendo la Marcia Turca di Mozart, Arrivederci Roma di Rascel e il tema musicale, di John Williams, di Guerre stellari - assoluti, strepitosi protagonisti, da soli e in coppia, e Gillan, Glover e Paice - hanno contribuito, non dimentichiamolo mai, alla nascita di un genere musicale, l’ hard rock , che ancora oggi, nelle varie sottospecie e scuole, ha afacionados d’ogni età, proprio come il pubblico di ieri sera - a fare da ottimi comprimari visto che Gillan, di bianco vestito, capelli corti brizzolati, piedi nudi e voce dispiegata al massimo, dà ancora i brividi mentre Glover, grande il suo accenno a Bourée dei Jethro Tull nel finale, e Paice sono sezione ritmica che ha fatto e fa scuola.
Standing ovation.
Attratte forse dal clima mite, alcune delle maggiori cariatidi del rock si stanno riversando sulla capitale. In rapida sequenza, dopo l'inedita accoppiata Pretenders + Deep Purple esibitasi ieri notte al centralino del Foro Italico, sono in arrivo i Jethro Tull e gli Yes. Riguardo al concerto dei Porpora Profonda, cui ho avuto la fortuna di assistere, vale la pena fare qualche riflessione inutile. Della formazione originale, ne sopravvivono tre quinti, età media prossima alla sessantina. Nonostante l'avanzare del tempo, Ian Gillian ha sempre una voce della madonna (e gli si possono perdonare tranquillamente le ottave mancanti verso l'alto: rispetto a vent'anni fa, le capacità d'escursione vocale sono inevitabilmente decadute), Roger Glover martella sul basso come un pischello e Ian Paice rimane uno dei batteristi più moderni del panorama del rock. Il fatto che riescano a tenere il palco per novanta minuti filati, divertendosi come matti, è assolutamente encomiabile. Insomma, capisco che in questo pianeta ci sia anche qualcuno che si entusiasma di fronte a personaggi del calibro di Christina Aguilera, ma sarei proprio curioso di vedere se la fanciulla in oggetto, fra trent'anni, possa essere in grado di fare ciò che questi vecchietti terribili fanno oggi, a sette lustri dal loro esordio.
Secondo i risultati di una ricerca di mercato commissionata da un produttore di preservativi, la maggior parte dei maschi turchi vanta dimensioni del pene superiori alla media. Lo si apprende con vivo sgomento da questa notizia riportata da Yahoo. La lunghezza media del membro, stando a ciò che dice il National Standards Institute, è di 17 centimetri, mentre la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di avere un pene di circa 22 centimetri. La stessa notizia precisa inoltre che, sempre stando alla media, solo al 20% della popolazione turca servirebbe effettivamente in un profilattico di taglia XXL.
(...ma il discorso vale anche per la Repubblica, l'Espresso e La Stampa). La partita è destinata ad andare avanti a lungo, ma a favore dei blog c'è un punto pesante segnato da John Nautghton, in questo articolo del Guardian.
Prendendo spunto dalle polemica innescata dall'intervento di Geoffry Numberg sul New York Times dello scorso 18 Maggio (il tema, in soldoni, era questo: i blog producono un sacco di 'rumore' che mina le vostre ricerche su Google, distogliendovi dal Verbo pronunciato dagli Unici Veri Messia dell'informazione), Nautghton riflette sulla superiorità dei blog rispetto ai siti dei maggiori quotidiani e periodici. Riassumendo per sommi capi, ecco le accuse che Nautghon muove ai suoi colleghi:
Naughton avvia la sua riflessione citando il padre del giornalismo anglosassone moderno, Lord Northcliffe, secondo il quale "il giornalismo è l'arte di spiegare agli altri ciò che non sono in grado di comprendere autonomamente". Per l'editorialista anglosassone, in molti casi i blog si rivelano ben più efficaci dei media tradizionali nello spiegare determinati argomenti. Questo perchè i giornalisti non hanno, su specifici temi, né la giusta preparazione, né il tempo necessario per approfondire. Con l'ovvia conseguenza che i loro elaborati possono risultare superficiali, quando non palesemente inesatti.
Altro punto delicato è il conflitto d'interesse: i 'big media' tendono ad ignorare determinati argomenti per il semplice fatto che non sono in linea con gli interessi commerciali o idelogici dell'editore. Ciliegina sulla torta è il modello di business degli editori cartacei sulla rete, tendente alla valorizzazione dei contenuti attraverso la richiesta di un pedaggio per accedervi: fate la ricerca e il motore vi restituisce un collegamento ad un abstract di cinque righe scarse. Se volete leggere il resto, pagate (tanto per fare un esempio: l'articolo di Numberg sul New York Times che ha scatenato la polemica si trova qui. Per leggerlo, dovete sborsare 2.95 dollari). Peccato che gli stessi contenuti, sui blog, siano liberamente indicizzabili, linkabili, ricercabili e consultabili. La morale è semplice:
"if you want to score with Google, be on the web. Otherwise, go whistle."